La riabilitazione cognitiva ha l’obiettivo di favorire la maggior autonomia in persone che hanno subito un danno cerebrale per causa traumatica, vascolare o degenerativa.
A seguito di patologie correlate all’invecchiamento come la demenza, a incidenti vascolari, a traumi cranici, o a patologie psichiatriche croniche, alcune abilità cognitive possono apparire compromesse.
Dopo un’attenta e accurata valutazione neuropsicologica che metta in rilievo eventuali deficit cognitivi è possibile effettuare cicli di riabilitazione e stimolazione neurocognitiva al fine di migliorare le capacità, stabilizzare i deficit cognitivi, stimolare le abilità residue per rallentare il decorso della malattia.
L’intervento di riabilitazione cognitiva fonda i presupposti teorici sulle proprietà plastiche del cervello, ossia la capacità di modificare la propria struttura e riorganizzare le reti sinaptiche in risposta a richieste e stimoli provenienti dall’ambiente.
Il cervello può imparare ad attivare nuove vie neurali o a modificare le connessioni già esistenti, in modo da compensare le carenze funzionali emerse in seguito al danno.
Più l’ambiente è strutturato e stimolante e maggiori saranno le possibilità di recupero delle abilità danneggiate.
Nel caso di traumi cranici e incidenti vascolari la riabilitazione focalizzerà l’attenzione sulle abilità specifiche che appaiono compromesse; nel caso di deterioramento cognitivo l’intervento sarà globale, finalizzato alla stimolazione di tutte le aree neuronali (una sorta di “palestra per la mente”).
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